La paura prima del concerto - combatti o scappa

Tutti conosciamo questa sensazione: il cuore che batte, le mani sudate, i serpenti nello stomaco; il terrore che il ridicolo sia a portata di mano. La paura del palcoscenico non è un problema di pochi addetti ai lavori: attori, atleti, insegnanti, politici, tutti ne possono essere coinvolti. Da chi deve fare una presentazione in Power Point a chi canta il karaoke.
La paura di un'umiliazione pubblica è un fenomeno universale che si manifesta in un modo unico, il cosiddetto fight-or-flight response, combatti o scappa.
Ma quando si tratta di musica ci si trova in una situazione ancora più complicata, perché i sintomi del fight-or-flight response, quali le dita che tremano, nervosismo e tensione muscolare, possono interferire con la precisione richiesta per l'esecuzione.
Certamente molti penseranno che una buona preparazione sia un antidoto alla paura da palcoscenico, ed in effetti questo è un ottimo argomento, tuttavia alcuni studi hanno evidenziato che alcuni tratti della personalità quali ansietà, introversione, perfezionismo ecc. possono aggravare la situazione. In generale si può dire che musicisti che sono dell'idea che anche piccoli errori rovineranno la loro esecuzione sono più propensi a soffrire di fight-or-flight response, rispetto a quelli che privilegiano il risultato generale senza dare troppo peso ai singoli errori.
Nel loro libro Psychology for Musicians, gli autori Andreas Lehmann, John Sloboda e Robert Wood dividono i fattori di ansietà in tre categorie: le caratteristiche personali del musicista, le circostanze in cui si svolge l'esecuzione dal vivo e le caratteristiche del repertorio da eseguire. Scendendo più in profondità tuttavia si scopre che i fattori di ansietà diventano sempre più e potenzialmente infiniti: dalla durata del concerto, alla grandezza della sala, dall'importanza dell'evento all'ultimo pasto...
Qualsiasi sia la causa della paura da palcoscenico, questa può essere fatale per la carriera di un musicista, ma la buona notizia è che naturalmente è una reazione emotiva che si può imparare a gestire. A parte metodi classici come meditazione o psicoanalisi, importanti musicisti hanno trovato ognuno il proprio metodo: dal bere caffè e ascoltare i Beatles (Steven Isserlis - violoncellista) a fare un bagno caldo (Steven Osborne - pianista).
Ma se i nervi prendono il sopravvento, non saranno sufficienti questi sistemi, la cosa migliore è accettare questo stato di tensione e tornare al punto di partenza: non sarà un piccolo errore a rovinare una performance, il pubblico, quello vero, punta al risultato generale.



Fonte: BBC Music (Agosto 2013)
Titolo originale: Fright Night by Hannah Nepil
Riduzione e libera traduzione mie.

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