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Da "Manuale di armonia"
I - Teoria o metodologia
"Colui che insegna la composizione musicale è chiamato insegnante di teoria; chi poi ha scritto un trattato di armonia è chiamato addirittura teorico. Eppure a un falegname, che anch'egli deve insegnare il mestiere al suo apprendista non verrà mai in mente di spacciarsi per «insegnante di teoria»: semmai si definisce mastro falegname [...] Perché dunque un falegname non si chiama «teorico», o un teorico della musica «mastro musico»? [...]
Il fatto è che [la teoria dell'arte] non vuol essere il tentativo di trovar delle leggi, ma pretende di aver trovato le leggi eterne. [...] Ma qui incomincia l'errore, perché si trae la falsa conclusione che queste leggi, dal momento che sono apparentemente vere per i fenomeni osservati fino a quel momento, dovrebbero esser valide d'ora innanzi anche per tutti i fenomeni futuri. [...]
Ma quando affermo che esiste qualcosa che per me non è requisito necessario per conseguire un buon risultato artistico, quando dico che la tonalità non è una legge naturale ed eterna nella musica, tutti vedono che i teorici saltano su indignati e mettono in dubbio la mia onorabilità [...]
Al diavolo tutte queste teorie, se servono solo a incatenare l'evoluzione dell'arte, e se tutto quello che hanno di positivo consiste, al massimo, nell'aiutare coloro che saranno comunque dei cattivi compositori a diventare presto tali. [...]
Per consolidare la sua posizione insostenibile il teorico ha bisogno di una forza che gli viene dall'alleanza con l'estetica, la quale si occupa solo di cose eterne e nella vita arriva dunque sempre troppo tardi. [...]
Le «quinte» parallele sono cattive (e perché?), questa nota di passaggio è dura (e perché?), gli accordi di «nona» non esistono, oppure sono duri (e perché?). Dove si trova nel sistema dell'armonia la risposta comune a questi tre «perché»? Il sentimento del bello? E che cos'è il sentimento del bello? [...]
Se riuscirò ad insegnare a un solo allievo l'artigianato della nostra arte così a fondo come lo può fare qualsiasi falegname, allora sarò contento. E sarei orgoglioso di poter dire, variando un detto ben noto: «Ho tolto ai miei allievi di composizione una cattiva estetica, ma ho dato loro in cambio un buon mestiere.»"
A. Schönberg
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