Genio e follia in musica

Associare genio e follia è diventato quasi un luogo comune. Anche molti grandi musicisti hanno sofferto di disturbi mentali, ma è stata davvero questa la chiave di volta della loro geniale creatività?

Se lo è chiesto Stephen Johnson su BBC Music (Marzo 2012) in un interessante articolo. L'autore inizia descrivendo l'origine di questa associazione di idee che sembra essere apparsa per la prima volta nel poema di John Dryden Absolom and Achitophel del 1681:

Great wits are sure to madness near allied,
And thin partitions do their bounds divide.

Che tradotto in italiano:
Alla pazzia è affine il grande genio,
solo una sottile parete li divide.

L'autore ci fa notare quindi che in lingua originale tra genio e follia c'è la parola "vicino" ("near"), sottolineando quindi come tra i due concetti ci sia affinità ma non identità. Segue quindi un'analisi di quatto geni della musica, più o meno noti anche per i lori problemi mentali: Schumann, Bruckner, Tchaikovsky e Elgar. È evidente e abbastanza chiaro che questi grandi Artisti abbiano sofferto di disturbi diversi per tipo ed intensità, come è altrettanto evidente che tali problemi abbiano influenzato la loro vita privata e la loro attività compositiva. 

La conclusione a cui giunge l'autore è allo stesso tempo sorprendente e affascinante, ma avendo anche lui sofferto di disturbo bipolare resta una autorevole ed efficace chiave di lettura di questo fenomeno:
"l'origine di una grande creazione artistica può - sottolineo può - trovarsi in un tormento della mente, ma il desiderio di darle forma è uno dei più sani impulsi di cui la mente umana sia capace."


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