Il genio di Tchaikovsky

Lo stile di Tchaikovsky è stato spesso definito come una sorta di ibrido, come un mix di est e ovest, della tradizione russa e della scuola europea. Tchaikovsky è stato senza ombra di dubbio un grandissimo compositore non solo per il livello delle sue opere, ma anche per le innovazioni che ha introdotto nelle sue composizioni, correndo talvolta dei grossi "rischi musicali". Vediamone qualcuno.

Senso delle scale. Cosa penseremmo di un compositore che usa in abbondanza scale, soprattutto discendenti? Probabilmente su due piedi la nostra reazione non sarebbe delle più positive. Solo il pensiero che in una composizione vi siano molte scale ci conduce infatti quasi automaticamente all'idea che venga meno il senso della melodia, o ancora peggio che una vera e propria melodia manchi del tutto. Ascoltando la Serenata per archi (uno dei tanti esempi che potremmo prendere) non possiamo fare altro che ricrederci. Già nei primi minuti di musica vi è una tale abbondanza di scale da lasciare stupefatti. La melodia? Splendida!


Uso delle ripetizioni. Cosa penseremmo invece di un compositore che eccede nell'uso delle ripetizioni? Forse che non è ispirato o che non riesce a sviluppare bene la melodia? L'ultimo movimento della seconda sinfonia è invece la dimostrazione del contrario, con lo stesso motivetto ripetuto quasi invariato diverse volte. Un rischio enorme ma calcolato. Ecco il secondo movimento della Sinfonia n.2:


Padronanza di tempo e movimento. A chi ancora non è convinto del genio di Tchaikovsky si può sempre chiedere: tu scriveresti un valzer in 5/4? Non oggi che siamo abituati ad ogni tipo di stravaganza musicale, ma nel 1853...


Si tratta del secondo movimento della Sinfonia n.6. In questo caso il Compositore suddivide le battute in 2/4 + 3/4 ed è questa seconda parte della battuta a dare il senso del valzer all'ascoltatore.



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